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Latitante arrestato a San Giovanni Rotondo: nel marsupio una pistola con matricola abrasa

Immagine di repertorio. fonte image: poliziadistato.it

SAN GIOVANNI ROTONDO (FG) – I poliziotti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato P.S. di Cerignola, unitamente alla Squadra Mobile della Questura di Foggia, hanno tratto in arresto un pluripregiudicato cerignolano che, nei mesi scorsi, si era reso irreperibile nonostante sullo stesso pendesse un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari, ufficio esecuzioni penali, per un cumulo pena di 8 anni, mesi 2 e giorni 20 di reclusione.

Il predetto, infatti, aveva cumulato diverse condanne per furto, rapina e tentato omicidio; da qui, l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari che, invano, i poliziotti del Commissariato P.S. di Cerignola cercavano di notificargli.

Dunque, la latitanza del trentottenne terminava quando i poliziotti riuscivano ad intercettare un’auto sospetta sulla quale viaggiava lo stesso. All’esito di un lungo pedinamento il 38enne veniva tratto in arresto nei pressi dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo.

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L’uomo, sorpreso dall’arrivo della Polizia di Stato, non ha posto resistenza anche se all’interno di un marsupio nella sua disponibilità, è stata trovata una pistola con matricola abrasa, perfettamente funzionante, unitamente a proiettili, soldi in contanti e diversi telefoni cellulari. Alla luce di ciò, il 38enne veniva anche contestualmente tratto in arresto per detenzione e porto abusivo di arma clandestina da sparo con relativo munizionamento e ricettazione.

Dopo le formalità di rito l’uomo è stato collocato su disposizione della A.G. presso la Casa Circondariale di Foggia.

È importante evidenziare che il procedimento penale relativo alla detenzione e al porto abusivo di arma clandestina da sparo e ricettazione pende nella fase delle indagini preliminari; a tal fine corre l’obbligo di evidenziare che, limitatamente a tali reati, la persona indagata non può essere considerata colpevole fino all’eventuale emissione di una sentenza definitiva di condanna.

Lo riporta la Polizia di Stato

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