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Radio Gargano Antenna Libera e il coraggio di raccontare senza filtri e padroni

Di Michele Angelicchio.
Immagine di repertorio

Nessuno avrebbe potuto mai immaginare gli effetti che avrebbe prodotto la decisione della Corte Costituzionale del 1976 che liberava le frequenze radio dal monopolio pubblico. L’idea nasce con il mio rientro a Vico dopo una lunga assenza, a metà degli anni settanta, una passione personale condivisa dall’amico Armando Miglionico, proseguita poi dai collaboratori più stretti: Sergio Miglionico, Tonino Di Nunzio e poi nelle mani di Mimmo Darenzo, realizzata con il contributo di un gruppo di commercianti visionari. Da tempo sentivamo la necessità di fare qualcosa e l’avventura si realizza, nasce “Radio Gargano Antenna Libera”, un sogno tirato fuori dal cassetto segnando una rivoluzione culturale e sociale che si diffuse nell’Italia intera. Ricordare tutti quelli che sono passati dalla radio ed hanno conosciuto il microfono è cosa impossibile. Una delle fonti più vivaci è stato il liceo di Vico con decine, centinaia di alunni e alunne. Ancora oggi parlare di radio libere significa parlare di sogni collettivi, libertà, voci che hanno taciuto per lungo tempo, valori che non invecchiano mai. Poi, insieme a loro, notte e giorno, abbiamo dipanato un rosario, complesso e vario, per raccontare quella straordinaria stagione ribelle che aggirava il silenzio ufficiale imposto dall’etere di Stato. Abbiamo raccontato una Vico e un Gargano fuori dagli schemi ufficiali, quasi un atto d’amore, una creatura vivente che, nonostante tutto, ancora oggi continua a pulsare di vita propria. Trasmettevamo da luoghi improvvisati: casa di mamma le prime trasmissioni con un via vai di gente a tutte le ore; una terrazza di via Papa Giovanni; poi in cima ad un palazzo al lato delle Croci al quartiere Carmine; poi trasferiti presso il vecchio municipio a fianco della chiesa di San Marco, infine in una casetta di via Gioco delle palle. E’ stata un’esperienza affascinante, eroica, senza filtri e padroni, ricca di aneddoti: Subimmo un processo, imputato insieme al prof. D’Avolio, con la pretesa del silenzio, ma arrivò una sentenza rivoluzionaria:”nessuno può imporre il silenzio”, giudice Mario Lanzetta. Ognuno è stato portatore libero di fatti ed esperienza. Nella nostra epoca, dove tutto è ipercontrollato, censurato misurato, manipolato, la storia delle Radio Libere resta una pagina che ha segnato una grande rivoluzione. Quelle onde FM hanno rappresentato una scintilla di creatività, un modo unico di comunicare, imperfetto, ma pieno di umanità. Oggi più che mai, mentre la politica del Gargano cambia paradigma e allarga gli orizzonti verso la “Citta metropolitana del Gargano”, ci sarebbe bisogno di una comunicazione e di un linguaggio per raccontare il nostro cammino prezioso.

L’augurio e la speranza di restare curiosi, creativi, liberi. Accendere la Radio Libera e ascoltare la voce dell’amico ribelle che parla con noi, di noi, dei nostri bisogni.

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