VICO DEL GARGANO (FG) – Una volta c’era il viaggio sul Gargano, quello compiuto con il “sciarabbà” di Antonio Beltramelli agli inizi del 900. Oggi quello compiuto con gli occhi di Lucia Tancredi, “È lo spaesamento di venti racconti dedicati ad una terra d’eccezione”. Ogni viaggiatore che nutre amore per la natura, l’arte, la cultura, la religiosità considera il viaggio un traguardo. Lo affronta, molto romanticamente, come necessario pellegrinaggio lungo le vie, mare, laghi, costa e interno della “Montagna del Sole”. Alla ricerca di luoghi e pace miracolosamente conservati in una unica miscela. Ve ne sono molti sparsi qua e là, spesso nascosti, conosciuti a pochi, definiti sbrigativamente “minori”, ma che conservano un proprio inconfondibile fascino. Il Gargano trabocca di luoghi cui converrebbe riservare qualcosa di più d’un occhiata frettolosa; bisogna starci. Appena a pochi passi dalle strombazzate vie, imposte dal consumismo turistico d’assalto, esistono luoghi come Calenella capaci di riempire lo sguardo e l’anima. Qui nasce una nuova accoglienza, fatta di rispetto per l’ambiente naturale: una sintesi armoniosa dal fianco della collina, il piano, il fronte mare che pare fatto apposta per soddisfare ogni desiderio: il mattino fra il verde degli ulivi fino alla zona archeologica di Monte Pucci. Si entra ben dentro la storia, ricca in modo singolare che vi verrà rammentata da una vasta necropoli. Sentirete nel vostro cuore-attraverso gli occhi-tutta la forza che c’è nel contrasto dei colori ed in quella alternanza che va dal verde intenso degli ulivi e della macchia mediterranea ad un dolce digradare fino a bagnarsi i piedi nell’Adriatico. Qui si avverte il senso dello spazio che si dipana fino a smarrire i confini: sul far della sera per esempio, quando il sole vira a ponente di Rodi e muta colore, dal rosso infuocato verso il buio, c’è un momento in cui se guardi in su tanta è l’immensità che ci circonda senza che nessuno ostacolo turbi lo sguardo. Qui si impara ad apprezzare la scarna nudità sentendola come un simbolo autentico di rispetto, si avverte quanta umile grandezza c’è tutt’intorno, soprattutto perché accanto alle tracce imponenti ed uniche della storia c’è la vita della gente, fatta di poche cose, conquistate a fatica senza rinunciare al decoro. Qui c’è il disegno, perfetto, lasciato da Gae Aulenti e Lisciandra, un pensiero nobile che vive con tutta la sua forza ancora oggi. Qui si vive un turismo lontano dal frastuono, riconciliante con il mondo, è una scelta che lascia il segno e si fa raccontare, poi, nelle sere dei lunghi inverni. Questa è Calenella; bisogna amarla e soprattutto starci.


Add a comment