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Il racconto della Puglia: è in libreria il nuovo volume di “The Passenger”

Fondata nel 1987 da Emilia Lodigiani, Iperborea è una casa editrice indipendente con sede a Milano. È specializzata in letteratura del Nord Europa, in particolare di paesi come Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Paesi Bassi.

Ha introdotto in Italia numerosi autori nordici fino ad allora poco conosciuti, come Jón Kalman Stefánsson, Per Olov Enquist, Tove Jansson e Karl Ove Knausgård.

Tra le prestigiose pubblicazioni del suo catalogo, “The Passenger”, collana di reportage narrativi su luoghi e culture del mondo.

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Ebbene. Iperborea, il 5 giugno, ha pubblicato, a cura di Massa, Caima, Piccinni, un volume di reportage proprio sulla nostra regione: “Puglia. The passenger. Per esploratori del mondo”.

L’abstract è decisamente interessante:

“Trentatré anni separano due sbarchi. Nel 1991, quello che molti intellettuali pugliesi individuano, a posteriori, come l’evento spartiacque che ha acceso i riflettori sulla Puglia: l’attracco al molo Carboni del porto di Bari della Vlora, una carretta del mare stracolma di profughi albanesi. Il secondo nel 2024, quando nel resort di lusso di Borgo Egnazia approdano i capi di stato delle grandi potenze economiche del mondo per la consacrazione definitiva del brand Puglia. Un trionfo planetario che rischia però di contenere le cause stesse di una svolta in senso opposto: sovraesposizione mediatica, overtourism, la vittoria del plastico della Puglia sulla regione in carne e ossa, il passaggio dall’accoglienza dei rifugiati alla hospitality per ultraricchi. I posteri potrebbero cambiare anche il giudizio sulla rivoluzione culturale e la primavera politica che ha vissuto la regione a partire dal 2005: se da un lato l’ondata di rinnovamento che ha ribaltato l’immaginario e la narrazione del territorio ha avuto indiscutibili effetti positivi, dall’altro ha acceso dibattiti sull’autenticità e riflessioni sul paradossale ribaltamento dei valori, come ad esempio nel caso dei trulli e della taranta, che da simboli di una vita contadina misera e arretrata di cui vergognarsi sono diventati motivo d’orgoglio ed elemento identitario. I riflettori hanno reso più evidenti alcune ferite mai curate, come il feroce caporalato subito dai braccianti, il vuoto occupazionale e i veleni lasciati dall’Ilva, l’ascesa della cosiddetta quarta mafia, oltre alla piaga forse più seria di tutte, perché più gravi sono le responsabilità della politica (in concorso di colpe con magistratura e media): la morte di oltre venti milioni di ulivi a causa di un’epidemia che doveva essere gestita invece che negata. E forse è questo il destino dei luoghi di grande luce: quando il sole cala, si formano anche grandi ombre”.

Fra  gli autori dei saggi del  volume, annunciati in copertina Nicola Lagioia (con “Un posto al sole”), Mario Desiati  (“Pietra e vergogna”), Sarah Gainsforth ( “Un paesaggio condiviso”). Una sorpresa, tra i tanti nomi notissimi: quello della nostra collaboratrice Teresa Maria Rauzino, presente nel volume con un breve saggio su un tema caro ai nostri lettori (“Il Gargano che prova a cambiare”).

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