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La commozione di Zapponeta per la visita di Don Matteo, il primo e unico sacerdote del paese

Don Matteo, 91 anni, concelebra la messa della Festa Patronale a Zapponeta, dopo 40 anni, nella sua terra natale.

Zapponeta – Una giornata indimenticabile per Zapponeta, il piccolo comune che ha accolto con gioia e commozione il ritorno di Don Matteo Di Conzo, il primo e unico sacerdote originario del paese, nonché il più anziano dell’intera Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Don Matteo, 91 anni, ha partecipato alla Festa Patronale della Maria Santissima della Misericordia, che si è tenuta lo scorso 12 settembre, concelebrando la messa insieme all’Arcivescovo Franco Moscone e seguendo tutta la processione. Era da oltre 40 anni che mancava da questa festa, a cui era legato da un profondo affetto.

Don Matteo è stato accolto dal Sindaco di Zapponeta Vincenzo Riontino e da fedeli e amici che lo hanno salutato con calore e rispetto. Inoltre passando per San Giovanni Rotondo, il suo amico Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, lo ha soprannominato “Il patriarca” per la sua lunga e fruttuosa esperienza pastorale. Per i cittadini e per chi lo ha incontrato è stato un onore e un’occasione unica poter ascoltare le sue parole di saggezza e di fede.

Don Matteo Di Conzo è nato nel 1932 a Zapponeta, dove ha ricevuto la sua vocazione sacerdotale. Ha raccontato: “fui ordinato sacerdote nella parrocchia di Zapponeta il 12 luglio 1959. Il 16 luglio dello stesso anno celebrai la prima messa solenne, sempre nella stessa parrocchia”. E ha proseguito: “dal 1959 al 1962 ho fatto l’assistente nell’Istituto Sacro Cuore di Manfredonia”. Don Matteo ha poi svolto il suo ministero in diverse parrocchie della diocesi, tra cui Cagnano Varano e Vico del Gargano, dove è stato arciprete. Ha dedicato gran parte della sua vita alla guida della comunità religiosa di Ischitella, dove si è trasferito.

Don Matteo Di Conzo è un esempio di dedizione e di servizio al Vangelo, che ha saputo trasmettere con semplicità e umiltà a tutti coloro che lo hanno conosciuto. Il suo ritorno a Zapponeta è stato un dono prezioso per la sua terra natale, che lo ricorda con affetto e gratitudine.

Articolo a cura di Vittorio Agricola.

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