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La neve sul Gargano la vedremo solo in cartolina?

Ischitella (FOGGIA), 9 febbraio 2024 – Sono trascorsi sei anni dall’ultima nevicata che ha imbiancato i tetti e le strade di Ischitella, insieme a Carpino, Cagnano e altri comuni del Gargano. Purtroppo oggi c’è il rischio che tali panorami non si ripresentino più. Il Gargano, noto per il suo mare, i suoi laghi e la sua Foresta Umbra, sta perdendo il suo fascino anche durante l’inverno, a causa dei cambiamenti climatici che stanno alterando l’ecosistema e la biodiversità.

A illustrare la situazione è il Dr. Primiano Schiavone, Consigliere Nazionale Ambiente e Vita Puglia ETS, il quale spiega come il clima sia cambiato negli ultimi anni e quali possano essere le soluzioni per contrastare il surriscaldamento globale. “Stiamo assistendo ai cambiamenti climatici, siamo già nella fase 2.0. Due anni fa, si discuteva della presenza di zanzare a dicembre sul territorio; oggi, ci troviamo in una giornata di sole a febbraio, con un carnevale anomalo. In passato, durante il carnevale, il freddo colpiva le vie respiratorie dei festanti, tanto che spesso si tornava a casa con la bronchite. Oggi, invece, osserviamo questa giornata di sole, e l’ultima vera nevicata risale a febbraio 2018, quando in alcune zone sono caduti circa 1 metro di neve, mentre qui abbiamo registrato circa mezzo metro. L’anno precedente, nel 2017, il gelo eccessivo aveva congelato la fontana di Ischitella. Attualmente, ci troviamo a svestirci a causa degli inaspettati mutamenti climatici”, racconta Schiavone.

Secondo il Consigliere, esistono varie opinioni riguardo alle cause e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. “C’è chi nega il fenomeno, attribuendo i cambiamenti climatici agli andamenti ciclici della terra, con periodi di caldo e freddo, glaciazioni alternate a surriscaldamenti. Questa corrente di pensiero, nota come neo-ecologismo, ricorda la favola del pastorello che invocava il lupo in tempi passati. Oggi, nessuno crede più a questa favola, poiché le situazioni si sono stabilizzate”, afferma Schiavone.

Per il Consigliere, la soluzione risiede nella riconsiderazione delle fonti energetiche e delle modalità di trasporto, con la riduzione dell’uso dei combustibili fossili e l’adozione delle energie alternative. “Due anni fa, si parlava dell’energia nucleare e delle energie alternative. Bisogna tornare esattamente al periodo precedente al referendum. Riaprire le centrali nucleari per ridurre l’uso dei combustibili fossili nella produzione di energia elettrica, e trovare sostanze alternative per i veicoli, poiché rischiamo un collasso ecologico. I cambiamenti climatici influenzano l’ecosistema e la produzione agricola, poiché il clima non è più idoneo. È fondamentale investire in carburanti alternativi, come il biodiesel per i mezzi pesanti, e soprattutto nell’uso dell’idrogeno come combustibile, sostituendo gradualmente i combustibili fossili nei veicoli. L’elettrico, secondo me, non è una soluzione, soprattutto per i costi di smaltimento delle batterie e l’impatto ambientale del litio. Dovremo affrontare tali conseguenze negli anni a venire”, conclude Schiavone.

Servizio a cura di Vittorio Agricola.

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