MANFREDONIA – Nella solitudine di una baracca di cartoni e lamiere, nella pista di Mezzanone, si è spento Ogbodo Ike Chukwu, nigeriano, classe 1976. La sua morte, avvenuta pochi giorni fa, è stata classificata come “naturale”, tanto che il magistrato, dopo aver analizzato i referti del 118, non ha ritenuto necessario disporre un’autopsia. Quando è arrivato all’ospedale di Manfredonia, era un uomo senza nome, senza parenti, senza alcuna informazione sul suo passato. Il suo nome, Ike Chukwu, è composto da due parole: “Ike”, che significa “forza”, e “Chukwu”, che significa “Dio”. Quindi, il significato complessivo del nome è “La forza di Dio” o “La potenza di Dio”
A riportare la vicenda, in un toccante intervento sui social, è stato il sindaco di Manfredonia Domenico La Marca il quale ha espresso il dolore e lo sgomento per una vita spezzata nella miseria, lontana dagli affetti più cari. Nella giornata di ieri è avvenuta la sepoltura. “Non so se realmente si chiamava Ike, se era nigeriano, se aveva 49 anni e se, quando si é sentito male, magari aveva avuto modo di salutare la moglie o la madre”, ha affermato, sottolineando l’anonimato che ha accompagnato quest’uomo fino agli ultimi istanti della sua esistenza.
Solo successivamente, grazie ai rilievi dattiloscopici e alle comparazioni della Questura, quel corpo senza vita ha avuto un’identità: Ogbodo Ike Chukwu. Ma il riconoscimento anagrafico non ha potuto restituire né dignità né umanità a chi, probabilmente, aveva raggiunto l’Europa in cerca di un futuro migliore. “Abbiamo posato dei fiori con il tricolore – ha raccontato La Marca – ben poca cosa di fronte alla morte di un uomo, ben poca cosa rispetto ad una vita spezzata, un sogno infranto in quell’ inferno dove sembra dimenticato da Dio e dall’ uomo.”
“In Africa qualcuno lo aspetterà – ha aggiunto La Marca – Aspetterà per anni il suo ritorno. Semmai, amici e parenti, quando parlano di lui, lo chiamano l’ ‘italiano o l’ europeo’, convinti che avrà fatto fortuna, non sapendo che é morto nella miseria, in una terra straniera che gli ha rubato non solo l ‘ identità, ma anche la sua dignità.”