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La sorgente della Pescara con il suo ‘Mamoccio’: un passato avvolto nel mistero

Il territorio di Ischitella è noto per l’abbondanza di sorgenti d’acqua che lo contraddistinguono. Se ne contano a decine, quasi tutte segnalate da una toponomastica di origine antica. Nell’ultima adunanza di studiosi e ricercatori della Carta di Calenella, riuniti ad Ischitella lo scorso 26 aprile, l’argomento al centro di un dibattito sono state proprio le sorgenti del Gargano.

Tra le sorgenti più accessibili, e a dir poco monumentali, nel territorio di Ischitella è senz’altro quella della “Pescara“, situata in prossimità della Chiesa della Madonna delle Grazie, a ridosso dalla strada provinciale 51. Nonostante una lapide incisa sulle mura di pietra riporti la data del 1916, la sua esistenza risale già al 1831, come dimostra un documento ritrovato presso gli archivi comunali dal giornalista Giuseppe Laganella. In tale documento, infatti, si fa riferimento a degli accomodi alla fontana, per una spesa di circa 38 ducati.

Uno dei simboli distintivi di questa sorgente è rappresentato dalla testa in pietra soprannominata “Mamoccio“, la cui origine è avvolta nel mistero e nella leggenda, dai rimandi apotropaici. Questa scultura raffigurava in passato la testa di un leone, come riportato nei sopracitati documenti del 1831, e tale rappresentazione, per supposizione, potrebbe essere legata alla presenza della Repubblica di Venezia, che vedeva le acque del Gargano come punto importante, soprattutto dal punto di vista commerciale.

La Pescara e il suo Mamoccio sono stati anche protagonisti del celebre film “La Legge”. Nel film è visibile la precedente scultura, rubata anni fa e sostituita da un’altra simile versione. Oggi la sorgente svolge in pieno le funzioni di rifornimento d’acqua alla popolazione, ed è un fresco ristoro nelle calde giornate estive.

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