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Vico del Gargano. Amministrazione Sciscio. Dalle baruffe amministrative alla progettualità

VICO DEL GARGANO, 21 marzo 2024 – In un datato e pregevole articolo di Piero Ferrante “Il Gargano politicamente è zero”, apparso sulla prima pagina de l’ATTACCO del lontano12 novembre 2009, si spiegavano correttamente le ragioni del forte e preoccupante arretramento politico del Gargano. “Colpa dei giochi politici o della scarsa qualità della classe dirigente?” si chiedeva Ferrante. A questo interrogativo risposero politici locali in carica o in pensione, Michele Galante comunista, Ninì Spina Diana democristiano,  ex amministratori di comuni piccoli e grandi, ricordo l’amico sindaco Costantino Squeo, Peppino Maratea ed altri. L’interrogativo si ripropone oggi, 15 anni dopo, in maniera ancora più drammatico. Smantellati i partiti, chiuse le sezioni, partiti personali e politica liquida, pensieri liquidi, uomini o donne sole al comando. Una parte di questo personale “liquido” è nata, cresciuta, allevata su Facebook e studia sul numero del like. Ahinoi, Vico!

Archiviata la lunga stagione di Sementino, dove si è data precedenza per 10 anni al minuto mantenimento amministrativo, senza sentire il fiato, una parola, un argomento di analisi dibattuto in Consiglio comunale, aspettiamo tutti di entrare nella dimensione progettuale per capire dove va questo paese e come fermare il declino. I giorni, i mesi e il primo anno passano in fretta ed è arrivato il momento che il nuovo corso del sindaco Sciscio e gli amministratori in carica ci facciano capire quali sono gli impegni progettuali per il traguardo di fine mandato. Vi sono impegni e progetti già in emergenza o rischiano di passare nel dimenticatoio : sanità e il destino del Distretto; rilettura del territorio e il suo rapporto con il mare e la foresta; zona artigianale, centro antico, beni culturali, immagine del paese. A questa maggioranza e a questo Consiglio comunale si chiede, a gran voce, una forte ed immediata assunzione di responsabilità. La primavera entra puntualmente nelle nostre case. La progettualità tarda ancora.

di Michele Angelicchio

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