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Vico del Gargano. Il paese dell’amore si risveglia in guerra

VICO DEL GARGANO (FG) – Passata la settimana santa con la scia delle confraternite che ci hanno fatto respirare pace e bontà, quando gli attori della vicenda politica/amministrativa hanno potuto godere della stessa atmosfera del principe di Condè: “…dormi profondamente la notte avanti la giornata di Rocrol…”, il paese dell’amore (almeno così dicono) si prepara ad un nuovo periodo di frizzante novità. Si aspetta, con un certo patema, il comizio che terrà Michele Sementino, già sindaco e vice-sindaco, sul periodo appena trascorso da gennaio ad oggi, che l’ha visto prima attaccare Porzia Pinto, attuale vice-sindaco dell’amministrazione Sciscio, sul problema di un presunto abuso edilizio e poi passare all’opposizione.

Altro tema caldo l’accordo che l’amministrazione in carica ha chiuso con il Gruppo consiliare del PD. Accordo che: “doveva essere tutto alla luce del sole ed invece è tenuto ermeticamente chiuso come il terzo segreto di Fatima…”, dice un consigliere comunale, a cui si aggiunge la decisione ultima del consigliere di Fratelli d’Italia Vincenzo Murgolo, se passare all’opposizione. L’accordo “politico programmatico” annunciato nell’ultima riunione degli iscritti al circolo cittadino del PD, è stato firmato dai consiglieri Tomaso Angelicchio, Isabella Damiani, Giuseppe d’Avolio, Angelo Fiorentino, a cui sono state assegnate nuove deleghe, e il sindaco Raffaele Sciscio a nome dell’intera maggioranza, cambia sostanzialmente la geografia politica del Consiglio comunale.

Nel paese dell’amore torna il sereno e il Pascoli “un’aria d’altro luogo e d’altro mese e d’altra vita” e Seneca, che ne sapeva una più del diavolo “più di cose grandi, è naturale ammirare cose nuove”. Si dice: “Una sfida? Certamente una sfida e una risposta al paese che ha vissuto nel silenzio per troppo tempo di politica liquida, mescolamenti di indirizzi occasionali che non hanno dato continuità ai processi, né solidità alle scelte. Amministrazione liquida non in grado di leggere i problemi strutturali che si accumulavano sulle spalle fragili del paese. Amministrazione chiusa in un localismo per nulla ambizioso: decremento demografico, smantellamento della sanità, disuguaglianze sociali, fuga dei giovani. L’accordo sottoscritto-si dice- non fa miracoli, ma crea un argine e punta lo sguardo all’orizzonte del Piano Sanitario di Riordino, al destino del Distretto 53, alla rilettura del Territorio degli anni duemila.

Queste attese sono cariche di impegno e responsabilità e l’accordo raggiunto chiama tutti ad osare e investire tutte le energie, con lo sguardo lungo e con i sentimenti di cittadini orgogliosi costruttori del domani. Paghiamo il costo della non politica: povera di pensiero, stracciona nei contenuti, inseguitrice di coriandoli e luminarie, incerta e paralizzata dalle novità e dai cambiamenti. Sono queste le cause del disagio, sintomo di un malessere ben più profondo: la mediocrità e l’arrangiare del piccolo pensiero, la disillusione per ogni nuova proposta, le sconfitte del passato, i risultati mai raggiunti, gli errori da cui non abbiamo tratto insegnamenti, cittadini senza cittadinanza “alla ricerca del tempo perduto”. Si chiede ad amministratori e politica uno scatto di orgoglio, una doverosa assunzione di responsabilità verso il paese. Abbiamo letto con piacere Tomasi Di Lampedusa, ma non amiamo il Gattopardo. Ci piace di più Carlo Dossi:” i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi”.

di Michele Angelicchio

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