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Eolico? No grazie! Carlantino e Celenza Valfortore si oppongono

Venerdì 16 febbraio, le due comunità in assemblea a Celenza per fare il punto della situazione. Ci saranno anche il deputato La Salandra e i sindaci molisani Pietro Testa e Carmelina Genovese.

CARLANTINO – Le amministrazioni comunali di Carlantino e di Celenza Valfortore hanno organizzato un importante incontro con i cittadini dei due comuni per esporre gli adempimenti compiuti relativamente al progetto del parco eolico che incombe sulle due comunità e contro il quale si sono schierate le due popolazioni.

L’incontro si terrà venerdì 16 febbraio, alle ore 17.30 a Celenza Valfortore presso l’ex monastero di San Nicola. Al convegno parteciperanno i sindaci di Carlantino e di Celenza Valfortore, Graziano Coscia e Massimo Venditti, i primi cittadini dei comuni molisani, Riccia e Gambatesa, rispettivamente Pietro Testa e Carmelina Genovese, e il deputato Giandonato La Salandra che, nei giorni scorsi, ha già presentato in Parlamento alcune interrogazioni sulla questione. Il progetto prevede la costruzione di un impianto eolico costituito da 17 aerogeneratori, per una potenza complessiva pari a 98 MW, da realizzarsi nei comuni di Carlantino e di Celenza Valfortore. Il piano di lavoro prevede, inoltre, la costruzione di opere di connessione alla RTN e sistema di accumulo da 30 MW ricadenti anche nei comuni di Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia e Torremaggiore.

La società intestataria del progetto, che ha messo in moto l’iter burocratico senza interfacciarsi con gli enti locali, è la “Rinnovabili Sud Due S.r.l.” con sede legale a Potenza. L’azienda, che si occupa di impianti eolici onshore, ha fatto pervenire il progetto già “impacchettato” al Comune di Carlantino il 13 novembre scorso.

“Non siamo contrari al progetto per principio, non siamo contrari all’energia pulita, ma non possiamo permettere che qualcuno venga a casa nostra a modificare il nostro paesaggio e il nostro ambiente senza aver avuto alcun minimo confronto con l’Amministrazione ma, soprattutto, con i cittadini di questo paese –  ha dichiarato il sindaco di Carlantino, Graziano Coscia – Dalla società interessata non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di confronto anche in merito alle compensazioni che ogni ente ha diritto di ricevere per la sottrazione dei terreni e per le conseguenze dell’impatto sull’atmosfera, sul conseguente rumore, sulla flora, sulla vegetazione e sulla fauna”.

Durante la costruzione dell’impianto, gli impatti previsti saranno legati all’azione stessa di costruzione e alle attività legate agli scavi e riporti per la realizzazione delle trincee per la posa dei cavidotti, per la costruzione delle piste e per lo scavo delle fondazioni degli aerogeneratori. Tali attività causeranno (a parere della società in misura ridotta) polveri e inquinanti contenuti nei gas di scarico dei mezzi d’opera. La destinazione d’uso di tipo agricolo dell’area causa la modificazione del paesaggio in cui la vegetazione spontanea viene sostituita principalmente dalle colture erbacee (cerealicole e ortive). Tale processo causa un notevole impoverimento di specie e habitat. Non solo, le opere in progetto potrebbero potenzialmente interferire con le specie animali all’interno del sito, in particolar modo durante il periodo della riproduzione.

Nelle precedenti settimane anche la Lipu, l’Altura (Associazione per la tutela degli uccelli rapaci e dei loro ambienti) e l’Associazione “Italia Nostra” sono scese in campo a sostegno dei comuni di Carlantino e Celenza Valfortore nella lotta contro il progetto eolico.  Le associazioni hanno scritto al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e alla Regione Puglia chiedendo di respingere il progetto del parco eolico.

Nelle conclusioni del documento si è sottolineato che “il progetto in esame va inquadrato quale parte integrante di un contesto di assalto territoriale promosso con relazioni basate sulla denigrazione territoriale e finalizzato alla mera capitalizzazione di lucrosi introiti finanziari”. Non solo, nella relazione si evince che “sul piano sociale e dello sviluppo delle comunità, l’intervento spazzerebbe via per sempre qualsivoglia aspettativa di valorizzazione territoriale, inevitabilmente inconciliabile con un intervento così invasivo e alterante l’identità del territorio”.

Anche nella relazione dei tecnici comunali incaricati dai due comuni di studiare la fattibilità del progetto eolico è emerso che lo studio di impatto ambientale svolto dalla società “Rinnovabili Sud Due S.r.l.” non valuta tutti i beni paesaggistico-ambientale localizzati nell’area interessata. In particolare, si fa riferimento ai beni sottoposti a vincolo paesaggistico riportati dalla banca dati informatica del Ministero per i Beni Culturali. Il progetto del parco eolico, infatti, intercetta il Regio tratturo Lucera-Castel di Sangro ma soprattutto incide direttamente sul Tratturo Celano-Foggia, entrambi interessati anche dal vincolo archeologico. Non solo, anche i boschi interessati dal progetto sono sottoposti a vincoli paesaggistici-ambientali.

Inoltre, la relazione dei tecnici ha messo in evidenza come lo studio di impatto ambientale non consideri l’impatto cumulativo degli impianti eolici in relazione a tutti gli altri impianti esistenti o in corso di realizzazione. Lo studio di incidenza, poi, non è conforme alla Linee Guida Nazionali in materia di Valutazione d’incidenza redatte dal MATT NEL 2019. Infine, i tecnici dei due comuni hanno sottolineato come alcune pale non rispettano nemmeno la distanza minima fissata per legge dalle strade comunali, provinciali e statali. Norme previste anche dal nuovo Codice della strada.

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